mercoledì 13 febbraio 2008

Alessandro Ante commenta il discorso di Silvio Berlusconi al Teatro Nuovo di Milano - sabato 9 febbraio

Il 9 febbraio i Circoli della Libertà hanno "incontrato" Silvio Berlusconi a Milano il quale ha dato inizio alla campagna elettorale. Leggo in alcuni NG le solite contestazioni rivolte all'ex Presidente del Consiglio, rivolte dai soliti noti ed agguerriti, conflitto d'interessi, leggi ad personam, mafioso piduista e quant'altro. Questo per onor di cronaca ma tralascerei l'aspetto folkloristico dettato dall'appartenenza politica e da una caratterizzante mancanza di rispetto.Ricordo come se fosse ieri quando "mani pulite" spazzò via un'intera classe politica. Rammento anche come curiosamente ci si concentrasse solo in un'unica direzione dato che nel momento in cui si iniziò ad indagare sulle tangenti rosse (PCI-PDS) ci fu una sotterranea mobilitazione che evitò l'aggravarsi di queste posizioni processuali.Dico questo perché spesso è nella storia che troviamo le risposte al presente e solo in questa attenta lettura possiamo mantenere quell'imparzialità tipica delle menti libere da qualsiasi condizionamento di parte.Ma tornando al 9 febbraio, quando siamo entrati al Teatro Nuovo di Milano si respirava un'aria mista tra la tensione accumulata per la lunga attesa vissuta prima di entrare e l'euforia di essere li quel giorno. Ci accomodiamo ed a quel punto colgo l'occasione per parlare con chi ho nella fila posteriore. Una signora delusa ed arrabbiata per come la classe politica non abbia saputo dare risposte ai problemi di chi come lei percepisce 700 euro di pensione al mese, mi chiede se sono uno "del partito"... malgrado la mia faccia! Per quanto le dica di no, lei decide di volersi comunque offrire gratuitamente in qualità di consulente, come interprete dei problemi della gente vera, intendendo quella che la politica la subisce.Mah... i pensionati non erano di sinistra?Al mio fianco una distinta signora, che quando sul videowall si proietta l'intervista di un giovane e sicuro 44enne, non resiste alla tentazione di confidare alle 5 file anteriori e posteriori: "E' MIO FIGLIO QUELLO!!", ed alzandosi in piedi lo applaude con l'orgoglio ed il trasporto di una mamma in adorazione, anzi, di una mamma italiana in adorazione. Mi racconterà in seguito, questa volta in via confidenziale, che suo figlio è un consigliere comunale di Domodossola, un idealista, uno che non si è mai fatto comprare politicamente è crede fermamente in Berlusconi ritenendolo un esempio da seguire. Idealista? Berlusconi? Ma come potrebbe essere che un "poco di buono" come lui possa rappresentare alti ideali? Che ci sia qualcuno che si sbaglia?Non intendo entrare nel merito di quanto detto sia da Vittoria Brambilla che da Silvio Berlusconi, perché per tendenza personale cerco sempre di guardare dietro la facciata. La sensazione è che Berlusconi voglia lasciare di se nella storia la nota più positiva che questo paese abbia ma udito. Lui sa, o ritiene di sapere, dove l'Italia può arrivare, ma per farlo deve inevitabilmente sbarazzarsi di quell'accondiscendenza politica, con ferma pacatezza, che sino ad oggi gli ha permesso di essere eletto, ma non di governare. Il voto di aprile potrebbe rappresentare "la svolta", anche se la congiuntura economica che si profila legata ai problemi già noti, non renderà le cose facili.Il popolo oggi ha bisogno di sognare un mondo migliore ma soprattutto di vedere che inizia a concretizzarsi, non di freddi e distaccati ragionieri che non sono in grado di diffondere la speranza quanto di arrogarsi il diritto di accusare di "bamboccismo" chi non percepisca 16.000 euro al mese, e con essi tutte le certezze che consentano di crearsi una vita indipendente. A Silvio Berlusconi contesterei, per ora, una sola cosa: la riconoscenza politica andrebbe concessa a chi abbia grandi meriti, non a chi faccia cadere i governi a corrente alternata, anche se il motto "il fine giustifica i mezzi", è ampiamente adottato anche nell'ordinario.Senza la speranza, vedasi per inciso la legislatura appena sfumata, diventiamo degli automi alla mercé di una politica che non ci vede protagonisti ma comparse. Dall'alto della sua (pre)potenza lo Stato usa come una clava tutti gli strumenti vessatori a sua disposizione, non ammettendo ignoranza rispetto ad un sistema legislativo che talvolta nemmeno esperti avvocati hanno certezza di conoscere totalmente, il che rende inevitabilmente vulnerabili e ricattabili tutti noi.Se questa classe politica avrà il grande merito di modificare questo stato di cose, forse, ma solo allora, potremo parlare di vera Libertà ed il popolo sarà disposto a riporre in essa una rinnovata fiducia, perché volenti o nolenti, solo la politica potrà mai essere lo strumento per dare le risposte che si attendono da troppi, troppi anni ormai.
13 febbraio 2008 3.47

NOI C'ERAVAMO!!!

Un folto gruppo di iscritti e simpatizzanti dei Circoli è partito sabato
da Alessandria per partecipare al meeting al Teatro Nuovo a Milano.
Potete vedere alcune foto della giornata!









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martedì 12 febbraio 2008

venerdì 1 febbraio 2008

Il punto di vista di Alessandro Ante


Buongiorno, desidero riportare le personali impressioni in merito al primo incontro del Circolo della Libertà provinciale, a cui ho personalmente presenziato. Ritengo di non essere ne un adulatore ne un dissacratore a prescindere, ma come tutti mi baso in primis su elementi percettivi e più concreti a seguire. Ho apprezzato in apertura il discorso del presidente provinciale Dieni per la sua coerenza rispetto ad un credo personale assente da qualsiasi forma di subordine politico ma attento ai fatti. Diciamo che la sua visione del circolo è quella che ritengo possa corrispondere alle aspettative di chi fosse intenzionato ad aderirvi. Sarà che oggi per avere ragione non bisogna essere ne solo di destra ne solo di sinistra (nemmeno del centro), dato che la verità sta nel giusto, nella dimenticata purezza etica che eviterebbe grotteschi spettacoli come quello a cui in questi giorni stiamo assistendo in relazione al caso Mastella, punta di un iceberg. Di seguito ha preso la parola la presidente (che volutamente ometto di nominare in quanto non sarebbe ne corretto ne “carino”) di un circolo il cui biglietto da visita è stato tutt'altro che impeccabile. Ritengo la si debba chiamare dottoressa, dato che in 6 parole ha "spalmato" su chi ascoltava la sua ultima laurea in sociologia, sottintendendone di precedenti:” La mia ultima laurea in sociologia… cut” – “Il mio gruppo è composto solo da laureati… cut”. Il messaggio passato è che per aderire a quel circolo bisognerebbe essere acculturati, perché è la laurea a determinare il valore di un individuo... o non era questo il senso del messaggio? Suppongo inoltre che non sia necessaria una laurea in sociologia per comprendere che parlare al telefonino e ad alta voce quando si è davanti ad una platea che ascolta un relatore non è, diciamo così, molto elegante. Poi ha preso la parola una bella signora, che certamente ha pronunciato un discorso più attinente alla filosofia di un circolo. In questo caso però non sono in grado di esprimere un commento in merito, in quanto la solida costruzione del personaggio politico non mi ha reso possibile comprenderne la persona. Di seguito ha preso la parola il presidente di un circolo della provincia. Certamente una brava persona che però non pareva trasmettere quella carica dirompente credo necessaria per raccogliere l’ardore dei giovani, dato che la sensazione netta è stata di trovarsi di fronte a chi leggeva un comizio elettorale vecchio stile. L'ultimo a prendere la parola è stato il "veterano" di Forza Italia. Da buon politico ha saputo quali tasti premere. Un discorso privo di falso moralismo, coerente ma pur sempre politico di professione e pertanto da verificarne "l'autenticità" e la coerenza con il fare. In questa missiva parlo naturalmente di "impressioni", quelle che possono o meno trovare conferma conoscendo i propri interlocutori e comunque fondati su di un punto di vista privo di contraddittorio. Non mi sento investito di nessuna carica di giudice, parlo come "l'uomo della strada". Detto questo, come prima volta personalmente mi sono trovato un po' spaesato in un ambito in cui non ho mai messo piede ma tralasciando le tante, troppe parole che si sprecano spesso invano per adulare o criticare, dimenticandosi di lavorare, vorrei essere in futuro semplicemente propositivo ed attivo. Giovedì ero in quella sala per diversi motivi:
- Perché è palpabile una distanza abissale tra la politica e la gente. Ci sono partiti che si arrogano il diritto di esistere in nome di un pluralismo di opinione, mentre l'unico reale motivo d'esistenza è il clientelarismo;
- Perché questa città è carente di iniziative che valorizzino la conoscenza, l'unione, il valore delle persone preferendo ad esse iniziative commerciali (vedi "Alessandria Shopping” ed affini che vedono come attori principali il torrone piuttosto che la cioccolata) che non restituiscono nessun valido motivo di identità duratura, ma una momentanea occasione (ben venga comunque meglio di niente) per il commercio del centro città;
- Perché essendo nato a Bolzano, conosco l'importanza di luoghi dove bambini, e non solo, possano socializzare, giocare, attraverso strutture create ad hoc (anche commerciali non importa purché animate da finalità atte ad una miglior vivibilità), valorizzando aree che rilevo oggi essere in uno stato di abbandono e degrado non spiegabile . Qualche esempio? I giardini di fronte alla stazione, la pista di pattinaggio, l'area verde di via Milite Ignoto e se si vuole ridere, portate il vostro piccolo su qualche giochino, quelli piantati nel terreno per intenderci, piazzati qua e la... sbullonati, sverniciati e storti. Ho provato ad aggiustarne uno con la chiave da 13 accompagnato dal mio piccolo di tre anni, ma nemmeno vogliono farsi aggiustare… preferiscono il suicidio;
- Perché non capisco perché un asilo pubblico debba rivolgersi ai privati per avere il minimo indispensabile a supporto di una decorosa formazione delle proprie generazioni future, quando per i propri figli ci si dovrebbe "togliere il pane di bocca" , letteralmente. Questo concetto forse però è comprensibile solo a chi i problemi li vive veramente...
- Perché non si fa abbastanza per un'urbanizzazione intelligente. Nel concreto: rilevo una consistente assenza di mezzerie stradali nella circonvallazione con un risultato di profonda anarchia tra gli automobilisti; mancanza di parcheggi sotterranei che consentirebbero di liberare le piazze più importanti dalle auto per riconsegnare loro un decoro perduto e di disporre i parcheggi stradali in modo da creare lo spazio utile alla istituzione di corsie preferenziali per il trasporto pubblico e per le ciclabili. Eh si, dici poco mi si dirà… vero, ma sono anche dell’avviso che se ci fosse un progetto in questa direzione qualche cittadino potrebbe iniziare a dire: “Però…” - sia questo forse il rischio che non si vuole correre?Detto questo a buona parte di questi problemi, un circolo, certamente non è oggi nella condizione di darvi soluzione, ma confido in una proficua collaborazione con le amministrazioni.Resto a disposizione di chiunque volesse godersi ulteriori futuri articoli che vertano su una sana ed utopica comicità politico-idealista.




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